Metcalfe ci aveva avvisato alla fine del millennio scorso.
La “nuova economia” gira intorno alle economie di rete, cioè le network economies.
Cosa sono queste economie di rete?
Lo diciamo con un esempio: un telefonino da solo nel mondo non vale nulla.
Con chi parlo? Se ce ne sono due, vale un po’. Se ce ne sono molti, vale molto.
Quello che vale non è tanto il valore di produzione, ma il valore d’uso, legato al numero di utenti che lo utilizzano.
Il valore non è nella tecnologia per costruirlo, ma risulta dalla rete di utenti utilizzatori. Così è per i fax, con le emails, con le connessioni nel mondo. Più gente utilizza un sistema, più vale.
Metcalfe era un informatico, non era un’economista, aveva studiato queste reti di persone che utilizzavano un servizio. Aveva ipotizzato una formula matematica, detta appunto “legge di Metcalfe”:
Valore della rete = n*(n-1) = n²−n
dove “n” è il numero delle persone che utilizzano il servizio/prodotto, -1 perché bisogna togliere il valore dell’utente stesso.
Come si vede, ci sono dei rendimenti crescenti.
Questo, tradotto in pratica, significa che una azienda che per prima mette radici in un settore e arriva a raggiungere la massa critica di utenti che utilizzano quel servizio, crea una rete; le altre aziende concorrenti non riusciranno più a raggiungerla.
È un po’ come quando la gente vede tre discoteche, e le persone scelgono quella dove c’è altra gente facendo la fila; le altre rimarranno vuote.
Questo vale anche per il mercato di Internet. Il primo che arriva alla massa critica di utenti che utilizzano il servizio di una azienda, inizierà l’allungo verso i competitors.
In seguito, la gente abituata a fare sempre la stessa cosa, non ha voglia di sperimentare nuove alternative.Volete qualche esempio?
- Google, nel mercato della ricerca;
- Facebook, nel mercato dei social network;
- Ebay, nel mercato della roba usata;
- Amazon, aveva iniziato nel mercato dei libri, però è riuscita ad inserirsi in quasi tutti i mercati.
Amazon alla conquista di tutto il commercio
E siamo arrivati ad Amazon.
Oggi sta fagocitando tutti i mercati, dall’elettronica, ai libri, alla musica, ai piccoli e grandi elettrodomestici, orologi, scarpe, caffettiere, rubinetti, profumi, portafogli, culle per bambini, sedie e tante altre cose.
Solo che i magazzinieri che lavorano per Amazon sono ipersfruttati, perché devono letteralmente correre per completare l’ordine in poco tempo.
Quelli che lavorano all’assistenza telefonica, lavorano più che altro sotto Natale; per il resto dell’anno lavora meno personale.
Nel frattempo i piccoli commercianti hanno licenziato i lavoratori per tutto l’anno. È vero che per gli artigiani è una opportunità, visto che possono aprire una vetrina virtuale dentro Amazon stesso.
Solo che quando un prodotto va bene, Amazon inserisce un prodotto suo e gli altri spariscono dalla ricerca.
Amazon fagociterà, sia i commercianti offline, quelli online e quelli dentro Amazon stesso.
Negli Stati Uniti l’antitrust non è riuscita a mettere Amazon sotto accusa per posizione monopolista, perché per essere dominante dovrebbe essere monopolista in ogni mercato e ancora non siamo a questo punto.
Però gli utenti che comprano da Amazon è sempre di più e non si trova una soluzione.
Una volta si diceva: «Microsoft don’t be evil».
Oggi potremmo dire: «Amazon, no fatzas a malu» (tradotto letteralmente “Amazon, non fare da cattivo”).
Fotografia presa da www.mhpbooks.com
Post pubblicato in lingua sarda in Bideas e su Horoène e tradotto in italiano dall’autore stesso.